L’obesità infantile è oggi una delle principali emergenze sanitarie dei paesi ad alto sviluppo e l’Italia detiene, purtroppo, il primato negativo europeo di bambini e adolescenti con eccesso di peso. Nel nostro Paese il 25% di soggetti tra 0 e 18 anni (dato medio) ha un eccesso di peso, con un picco che si registra nella fascia d’età 9-11 anni, nella quale il 23% della popolazione risulta essere sovrappeso e il 13% obesa.

L’obesità non ha un’unica causa: è una malattia multifattoriale e comporta quindi diversi fattori di rischio. Ma la causa principale è uno stile alimentare sbagliato: spesso i bambini mangiano male e più del necessario, ingerendo troppi grassi e zuccheri, abitudine a cui spesso si aggiunge una scarsa attività fisica. Alcuni bambini possono avere una predisposizione genetica all’obesità, ma con la prevenzione e un giusto stile di vita l’obesità si può evitare. Infatti sappiamo ormai bene che l’eccesso di peso determina nel bambino e nell’adolescente una serie di gravi problemi di tipo medico, sia fisici che psicologici, destinati ad accompagnarlo, aggravandosi, anche nell’età adulta. E sappiamo altrettanto bene come siano basse le possibilità di risoluzione e recupero di una situazione di obesità. Non sottovalutare mai il peso di un bambino, spesso si rischia di accumulare chili nel tempo e ritrovarsi sovrappeso da adulti. Ovviamente si può sempre dimagrire, ma bisogna saper mantenere il peso forma, cosa che spesso non risulta semplice. Pertanto bisogna insistere sul fatto che sapere mangiare è come educare.

Ma come comportarsi quando ci accorgiamo che nostro figlio ha qualche chilo in più?

Il primo passo è rivolgersi al pediatra o al nutrizionista, loro sapranno darvi le indicazioni per una corretta alimentazione. Nei casi più preoccupanti di obesità infantile le famiglie vengano indirizzate con convinzione verso i centri medici e gli specialisti che se ne occupano nello specifico sanno come trattarlo.

Secondo passo e sicuramente il meno semplice è quello della “pratica”, ovvero far in modo che l’alimentazione e i consigli dello specialista vengano rispettati nel miglior modo possibile. Le parole d’ordine che devono essere alla base per arginare il sovrappeso e l’obesità sono varietà ed equilibrio. Proporre ai bambini piatti sempre diversi e colorati (soprattutto per le verdure), con una varietà che non stanca. Ebbene sì, spesso il rifiuto di alcuni alimenti è dovuto al consumo troppo frequente. E’ fondamentale che siano i genitori a decidere cosa e quanto devono mangiare i figli, e non viceversa. Spesso però, a causa dello stress generalizzato, per maggiore tranquillità i genitori assecondano le voglie dei bambini: questo atteggiamento non porta ad avere né un bambino sano oggi né un adulto maturo e consapevole domani. I ‘no’, soprattutto per una corretta alimentazione, ma non soltanto per quella, devono esserci. Bisogna essere registi anonimi dell’alimentazione dei bambini, non forzarli e non imporre, ma trovare i giusti compromessi (o meglio strategie) e atteggiamenti nei confronti di quello che andiamo a proporre sulle nostre tavole.

Oltre alla qualità del cibo, bisogna tener conto delle quantità, tassello altrettanto importante per evitare di accumulare chiletti di troppo. Ogni individuo ha bisogno di precise quantità a seconda dell’età, del sesso, dell’attività fisica e della statura. A tal proposito dobbiamo tener conto del fatto che un bambino ha bisogno, sicuramente, di porzioni minori rispetto agli adulti o fratelli/sorelle maggiori. Insomma… “A ciascuno il suo”!

Facciamo in modo che sulle nostre tavole non manchino mai le verdure e prodotti di buona qualità, con il cibo non si scherza. E’ la nostra energia e dobbiamo necessariamente preoccuparci di quello che ingeriamo. L’alimentazione è educazione, è cultura, fa parte dello stile di vita, e bisogna trasmettere alle generazioni future questa eredità. Siamo il Paese che ha la cultura alimentare più ricca a livello mondiale, manteniamo alto questo primato e abbassiamo i livelli di obesità infantile.