Sicuramente se tuo figlio ha già giocato a calcio avrà già affrontato il cambio allenatore. Momento che può essere una vera e propria gioia per Tuo Figlio o un dramma epocale!
Se tuo figlio non si trovava bene con l’allenatore precedente la nuova aria non può che renderlo felice ed entusiasta soprattutto perché avrà la possibilità di rimettersi in gioco.
Ma cosa accade se il nuovo allenatore ha una visione diversa?
Maurizio è un ragazzino di 12 anni che come tuo figlio gioca a calcio da diversi anni, è sempre stato un punto di riferimento per i suoi compagni e i genitori non potevano mai andare via il week end siccome c’era la partita
che ovviamente era sacra.
Non saltava mai un allenamento ed era sempre felice e sorridente. I compagni andavano spesso a casa sua per giocare e trascorrere del tempo insieme. La nuova stagione però ha fatto cambiare tutto, l’arrivo del nuovo allenatore molto severo e rigido sulle sue idee e soprattutto convinto di voler vincere il campionato dando spazio solo ad alcuni che reputava i migliori.
Maurizio è un ragazzino molto timido
che pur essendo molto bravo a giocare, con il cambio allenatore, non è più riuscito ad esprimere il suo talento e dall’inizio stagione non ha più giocato nemmeno un minuto.
Il risultato è stato l’abbandono del calcio e
sebbene i genitori l’avessero incoraggiato a cambiare sport piuttosto che stare a casa lui si è rifiutato.
La mamma tuttavia non si è arresa e vedendo l’impossibilità di parlare con l’allenatore ha convinto il figlio a cambiare squadra.
Maurizio all’inizio era restio per timore del nuovo ambiente. Tuttavia la nuova società è
stata molto accogliente, l’allenatore persona squisita e con grandi valori ha dato spazio al piccolo Maurizio come al resto del gruppo.
In 2 mesi è tornato ad essere un leader, ha conosciuto altri ragazzini con cui ha stretto nuove amicizie e i risultati a scuola sono tornati ad essere eccellenti.
Maurizio è tornato a sorridere!
Ho voluto raccontarti questa storia ma ce ne sono altre 1000 proprio per riflettere su quanto possa influire un semplice cambiamento nella vita di un ragazzino timido. Riassumendo ti cito 3 punti fondamentali.
Come primo punto mettiamo:
– L’ansia di non essere più all’altezza:
Tuo figlio ha sempre dato il massimo in campo ed è sempre stato contento di giocare ma ad un certo punto questa nuova figura mistica ed enorme esperto di calcio (al contrario del precedente mister) decide di emarginarlo dal gruppo e metterlo in panchina per motivi tattici o di gioco di cui nessuno può capirne il motivo.
Risultato? Tuo figlio si sente incapace non più all’altezza della situazione, inferiore ai compagni con cui solamente qualche mese fa andava d’accordo e non vedeva l’ora di condividere con loro i momenti dell’allenamento e della partita.
In poche parole PERDITA DI AUTOSTIMA che scaturisce nel percepire in modo errato il suo corpo e di conseguenza avere prestazioni non più adeguate.
Come secondo punto parliamo di:
– Sentirsi un pesce fuor d’acqua:
Tuo figlio ti dice mamma/papà non voglio più allenarmi! Scoppiando a piangere e quell’entusiasmo che l’ha sempre contraddistinto sembra ormai un lontano ricordo.
Non ti dice nulla tu gli fai 1000 domande ma non emerge proprio niente… noti solamente il rifiuto di recarsi in quel campo tanto amato.
Ti stupisci? Be non c’è molto da stupirsi…tu andresti in un ambiente dove fino a poco tempo fa eri parte integrante di un gruppo e ad un certo punto sei messo da parte? Magari perché sei in età dello sviluppo e crescendo la propriocezione, gran parolone ma semplicemente la capacità di recepire e muovere il proprio corpo all’interno dello spazio, viene a mancare? Si proprio così! Era alto un metro e 40 centimetri e in poco tempo i centimetri in più che l’hanno fatto diventare un ometto sono gli stessi che lo penalizzano siccome le nuove dimensioni del corpo devono ancora essere digerite dal suo cervello e gli schemi motori riadeguarsi alla nuova condizione.
Ma il nuovo maestro di calcio lo sa?
Magari no, quindi l’ambiente calcio viene percepita da tuo figlio come il nemico e come ben sai il nemico va eliminato.
Il pesce fuori dall’acqua del resto non può starci!
Ultimo punto:
Scappare più lontano possibile dal Calcio
Come detto nel punto 2 in un ambiente ostile nessuno vorrà mai starci. Quindi la più semplice conclusione è abbandonare.
Tuttavia questa decisione sarà un gran insegnamento per tuo figlio ovvero ogni volta che c’è un problema fuggirà anziché affrontare la situazione.
In questo momento sta a te genitore non ridicolizzare il momento ma capirne a fondo la causa.
Un parere di uno psicologo (da non vedere come lo strizzacervelli!!!!) potrà sicuramente consigliare ed analizzare la situazione permettendo a tuo figlio di non abbandonare ciò che ama.
Abbandono equivale a non fare più attività fisica e sicuramente saprai che la sedentarietà è causa di gravi malattie (diabete, obesità, malattie cardiovascolari ecc.)?
Di sicuro non vorrai prospettare questo futuro per tuo figlio!
Quindi w il calcio e w lo sport!
Agisci oggi non domani!
Dr. Simone Crudo
Presidente A.S.D Atletico Figinese
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