Se stai leggendo questo articolo probabilmente sei consapevole che tu o i tuoi figli praticando sport e in particolar modo il calcio potreste essere colpiti da infortuni.
Fatti i debiti scongiuri? spero di si! Ora possiamo approfondire meglio l’argomento…
Devi sapere che nel calcio, come si può facilmente intuire, gli arti inferiori soprattutto ginocchia e caviglie sono i più colpiti. Una curiosità interessante, che non molti conoscono, è che i più colpiti da infortuni (secondo i dati FIFA) sono i difensori seguiti dagli attaccanti e infine da centrocampisti e portieri.
Le principali tipologie di infortunio indiretto sono distorsioni traumi e lesioni muscolari che dominano il palcoscenico.
Infortuni indiretti o diretti? Cosa sono?
Quando sei in campo e non hai scontri con avversari o compagni ma ti fai male da solo, quello che ti è accaduto, è un infortunio indiretto. Se invece la causa del tuo dolore è uno scontro di gioco violento con un altro giocatore o hai ricevuto un colpo, si parla di infortuni diretti. Come detto in precedenza distorsioni alla caviglia o al ginocchio sono le più frequenti. In seguito ad un infortunio simile possiamo avere lesioni dei legamenti, ovvero quelle strutture che hanno il compito di dare stabilità all’articolazione, come ginocchio o caviglia. Una delle lesioni legamentose di cui sicuramente hai sentito parlare è quella del Legamento Crociato Anteriore (LCA) del ginocchio. Si ottiene durante scontri di gioco ma soprattutto, durante bruschi cambi di direzione o iperestensione del ginocchio, gesti che l’atleta esegue spesso in autonomia e senza ricevere nessun colpo.
Quali sono le cause degli infortuni?
La causa principale di infortunio nel calcio sono i contrasti di gioco, ovvero la categoria degli infortuni diretti. Per limitarne la loro incidenza bisognerebbe migliorare il fair play e ridurre il numero di scontri nel campo, grazie ad arbitraggi più severi, ma questo è tutto un altro argomento.
In questo articolo parleremo degli infortuni indiretti che rappresentano una grande percentuale e sulla quale possiamo intervenire ai fine di ridurne l’incidenza.
I fattori che determinano gli infortuni indiretti sono molteplici. Essi dipendono sia dalle caratteristiche dei giocatori che dall’ambiente di gioco. Per la prima tipologia, l’età del giocatore e le sue caratteristiche fisiche rappresentano un elemento determinante, infatti l’incidenza degli infortuni aumenta con l’età. Per quanto riguarda le caratteristiche del giocatore, invece, possono essere lassità articolare (i legamenti non svolgono il loro compito di stabilizzare l’articolazione) , limitata flessibilità, infortuni già avuti in precedenza e fattori psicologici che oltre ad alterare la prestazione dell’atleta lo predispongono ad una maggior probabilità di infortunarsi.
Per quanto riguarda l’ambiente, si intende, oltre alle caratteristiche del terreno di gioco, la qualità dell’allenamento svolto settimanalmente, in particolar modo la sessione dedicata alla prevenzione degli infortuni. Essa deve essere svolta durante le sedute di allenamento in quanto ignorandola, le probabilità di farsi male aumentano.
Cosa significa prevenire gli infortuni?
Sicuramente vi sarà capitato di incorrere in un infortunio durante la vostra carriera, oppure hai assistito ad un dolore lamentato dai tuoi figli.
Nel calcio infatti ,come detto in precedenza, lesioni muscolari e distorsioni sono spesso presenti.
Per prevenirli parte della seduta di allenamento deve essere dedicata ad esercizi mirati al miglioramento della coordinazione, dell’equilibrio, della corsa e del controllo neuromuscolare.
Questo programma di prevenzione deve partire dai piccoli atleti per sfatare da subito il falso mito dello stretching come metodo di prevenzione infortuni.
La FIFA in merito a questo argomento si è mostrata particolarmente sensibile creando un protocollo apposito denominato F-MARC 11 dove sono previsti esercizi atti a migliorare ciò di cui parlavamo poco fa.
Come potete osservare nell’immagine qui affianco ho voluto inserire alcuni esempi di esercizi previsti nel protocollo. Essi sono molteplici e molto vari, si basano su balzi, mantenimento di posizioni e movimenti da compiere con l’utilizzo del pallone.
Il protocollo è ovviamente una guida, numerosissimi sono gli esercizi da calibrare in base alle caratteristiche dell’atleta, l’età e le eventuali problematiche.
Hai mai praticato questi esercizi? Oppure li hai visti svolgere durante gli allenamenti dei tuoi figli?
Per concludere voglio fare un’ultima considerazione su un’altra zona dell’arto inferiore, la coscia.
Molta attenzione bisogna porre anche ai muscoli posteriori della coscia, spesso colpiti da lesioni. Mai sentito parlare di lesione del bicipite femorale? Anche se molto probabilmente avrete sentito parlare di contratture stiramenti o strappi, termini che in letteratura scientifica non esistono , ma che nel gergo comune definiscono la gravità della lesione muscolare.
E’ stato dimostrato che esercizi specifici, in particolar modo esercizi eccentrici e di miglioramento della flessibilità, diminuiscono notevolmente il rischio di infortunio di questo distretto. Un esempio è riportato nell’immagine qui accanto.
Questo esercizio che prende il nome di “Nordic Hamstring exercise” è molto utile per rinforzare la parte posteriore della coscia rendendola meno soggetta ad infortuni.
Nel prossimo articolo parleremo delle varie tipologie di infortuni muscolari e delle loro diversità. Nel frattempo spero di aver sottolineato l’importanza di svolgere un corretto programma preventivo, che non deve essere considerato una perdita di tempo, bensì esso migliorerà le prestazioni di ogni atleta sviluppandone equilibrio e coordinazione oltre a diminuirne il rischio di infortunio.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.fisiokinex.it o se siete reduci da infortunio recatevi presso lo studio FISIOKINEX di via como 3, Cantù per un consulto contattando il numero 3407700757.
Dr. Simone Crudo